Accordo tra la Santa Sede e l’Italia per la costruzione di un impianto a Santa Maria di Galeria
A Santa Maria di Galeria, a pochi chilometri a nord di Roma, nascerà un impianto agrivoltaico capace di trasformare la luce del sole in energia pulita: qui, in questa area extraterritoriale vaticana dal 1951, pannelli fotovoltaici e coltivazioni agricole condivideranno lo stesso suolo, in un equilibrio pensato per rispettare la terra e ridurre l’impatto ambientale, secondo l’accordo firmato lo scorso 31 luglio tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana.
Obiettivo: autosufficienza energetica del Vaticano
L’iniziativa garantirà l’autosufficienza energetica dello Stato della Città del Vaticano ed è un segno concreto di un impegno condiviso e di una visione comune: investire nelle energie rinnovabili per contrastare il cambiamento climatico, in linea con il magistero di Papa Francesco, ora portato avanti da Leone XIV.
Situata nell’Agro romano, vasta zona rurale che circonda la Capitale, l’area di Santa Maria di Galeria, che dal 1957 ospita il centro trasmittente di Radio Vaticana, accoglierà il nuovo impianto, progettato per coniugare produzione di energia pulita e tutela del territorio. Il progetto mira a preservare l’uso agricolo dei terreni, mantenere l’equilibrio idrogeologico, limitare il più possibile l’impatto ambientale e proteggere il patrimonio culturale e paesaggistico circostante.
Esempio di cooperazione per la transizione
L’intesa, firmata da monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, e dall’ambasciatore Francesco Di Nitto, prevede cinque articoli che aggiornano gli obblighi pattizi esistenti alla luce delle più recenti innovazioni tecnologiche nel campo delle energie rinnovabili, nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e dell’Accordo di Parigi. “Un buon esempio - ha detto Gallagher - di impegno comune contro il cambiamento climatico”, sostenuto dalle autorità italiane e realizzato con il contributo di più amministrazioni centrali e locali, che hanno concorso alla definizione dell’accordo.
Il prelato ha ricordato il decimo anniversario dell’enciclica Laudato si’, sottolineando come il documento di Papa Francesco avesse già denunciato il limitato accesso globale alle energie rinnovabili e la necessità di sviluppare tecnologie di accumulo e pratiche di efficienza energetica. Negli ultimi dieci anni, ha osservato Gallagher, sono stati compiuti progressi significativi, ma la strada per ridurre emissioni e inquinamento resta lunga.
Dall’idea alla realizzazione
Il mandato per costruire l’impianto è stato affidato lo scorso anno all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA) e al Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, che hanno incluso l’iniziativa tra le priorità del bilancio 2024. L’obiettivo è fare del sito un modello di transizione energetica, capace di integrare produzione fotovoltaica e continuità delle attività agricole. Gallagher ha infine ringraziato le istituzioni italiane per la collaborazione, evidenziando come l’accordo confermi lo “spirito di mutua cooperazione” che caratterizza i rapporti bilaterali fin dai Patti Lateranensi.
La sfida dell’agrivoltaico
L’agrivoltaico rappresenta oggi una delle frontiere più interessanti della transizione energetica: unisce la produzione di energia rinnovabile alla continuità delle attività agricole, ottimizzando l’uso del suolo e tutelando paesaggio e biodiversità. Non è solo una soluzione tecnologica, ma un modello capace di creare valore economico, ambientale e sociale allo stesso tempo.
In questo percorso, realtà come Innovatec Energy giocano un ruolo strategico: l’azienda, specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti agrivoltaici, offre ai propri clienti un’assistenza completa, dalla fase di studio di fattibilità alla costruzione, fino alla gestione e manutenzione dei progetti.